Cambiamenti delle relazioni: in questi tempi iper-moderni i valori si sono allentati, l’amore è stato idealizzato mentre le relazioni fanno paura e le persone più di prima temono di soffrire a seguito di un abbandono. Ci interessano i “nuovi” legami che possiamo incontrare in seduta: coppie che non sono sposate tra loro e procedono parallele con difficoltà a condividere l’intimità, persone che temono la vicinanza, donne più forti sul lavoro che nella coppia, monogamie seriali, poliamori, famiglie disimpegnate, adolescenti che “comandano” sui genitori.
Cambiamenti nelle prassi, nelle procedure e negli strumenti: ci riferiamo alla relazione terapeutica tra clinico, cliente/i e gli altri significativi nel sistema determinato dal problema, che è mutata rispetto ai tempi delle sedute, nella frequenza degli incontri e nelle modalità di portare avanti il processo: l’uso di strumenti attivi, il fare insieme anziché il solo parlare, i compiti a casa, gli incontri tra professionisti a volte più importanti delle sedute, la supervisione in presenza del paziente designato e della sua famiglia …
Cambiamenti delle domande: i tempi sono cambiati, le domande che ci vengono rivolte pure. Molti si presentano con un vago senso di ansia diffusa senza una chiara sintomatologia, altri appaiono molto turbati ma hanno appreso a comportarsi in maniera adattativa, i disturbi di personalità organizzano e influenzano i sintomi e i traumi sembrano più frequenti. I problemi portati in seduta sembrano più vasti, i problemi sociali sono imbricati con quelli psichici e I terapeuti devono aprirsi alla curiosità e alla flessibilità.
Cambiamenti dei contesti: non stiamo più lavorando solo nella sicurezza delle quattro pareti del nostro studio. I professionisti escono nel sociale ed entrano in contesti più ampi, vanno nei campi profughi e raggiungono i sopravvissuti di una tragedia appena accaduta, interagiscono coi tribunali nelle cause di adozione e affido, lavorano con le comunità e si occupano di aspetti sociali.